C’è un’altra metafora nella quale ci si potrebbe trovare coinvolti: la metafora del teatro. Va riconosciuta e gestita poiché tende a farci sentire parte di un copione già scritto, anziché individui autonomi che sono alla ricerca della migliore opportunità.
Attenzione massima quindi, ogni volta che ci troviamo a commentare la nostra azione negoziale con espressioni quali:
- Come è andata? La solita sceneggiata…
- Una standing ovation
- Manca un po’ di regia…
- Sono andato a braccio
- C’è stato un colpo di scena…
- È una commedia!
- È una tragedia…
- Fa un po’ troppo la primadonna
- Ha fatto un monologo solo lui…
- Ha fatto una scena madre
- È un po’ il gioco delle parti…
- Siamo sotto i riflettori
- a un certo punto è uscito il Deus ex machina
- È già tutto scritto, si muovono come da copione
- Aspettiamo di vedere il finale…
- Dopo che gli hai detto xyz cosa ti aspettavi? Gli applausi?!?
- È stato un atto corale
- Mi ha rubato la scena
- Gli fa da spalla
- Ha fatto una messinscena…
- Ha sempre la battuta pronta
- Siamo ormai all‘ultimo atto
- Se ne è stato dietro le quinte per tutta la riunione
- Bisogna intervenire prima che cali il sipario
Il teatro è un luogo bellissimo, ma è il regno della rappresentazione. Lasciamolo agli attori… (o andiamoci come pubblico).
Per negoziare occorre invece creare uno spazio di libero pensiero, in cui cercare di far vivere un intento comune.